Diario Certiano

Pubblichiamo in questa pagina i passi di un percorso di anni. Non sono tutti, ma, qua e là, alcuni puntelli di cui abbiamo tenuto memoria. Una storia da riscoprire indietro e che continua, trasformando noi stessi nel nostro impegno e nella nostra amicizia.

31 marzo 2024 – Presentazione del libro di Davide Lampugnani

Ci siamo ritrovati al Centro Maurizio e Clotilde Pontecorvo, in remoto con l’autore con un pubblico anch’esso in parte collegato via meet e in presenza per parlare del bel libro di Lampugnani in cui abbiamo esplorato i nessi tra le pagine dell’autore e l’analisi che Certeau compie della modernità nelle sue opere. Si può seguire il seminario on line su questo link

29 gennaio 2024 – Presentazione alla Sapienza del nuovo libro di Carlos Alzarez sj

Inseriamo il link con la locandina e le info del nuovo incontro sul prezioso contributo del gesuita Alvarez sul rapporto tra Certeau e il suo maestro De Lubac

(Edoardo C. Prandi)

18 gennaio 2024 – Il nuovo libro di Davide Lampugnani su Certeau e modernità

Ci giunge da pochissimo questa nuova pubblicazione di Davide Lampugnani, sociologo alla Cattolica di Milano, Modernità e alterità. Un percorso sulle tracce di Michel de Certeau, edito da Vita e Pensiero. Riportiamo alcune righe dall’Introduzione: “Come scrivere a proposito di questo scrivere? Come trovare e seguire una traccia attraverso tutte queste discipline, tutti questi autori e tutti questi temi? Forse, l’unica reale possibilità non può che essere quella di iniziare facendo un passo di lato, provando così a raccontare quell’impossibile incontro che è all’origine di questo libro. Infatti, per tanti di coloro che si occupano di scienze umane, Michel de Certeau rappresenta innanzitutto l’autore che si è occupato della cultura e del quotidiano. Colui che ha rivolto il suo sguardo alle pratiche legate all’uso e al consumo ma, soprattutto, colui che ha introdotto l’approccio teorico costruito attorno ai concetti di “strategia” e di “tattica”. Così è presentato e insegnato, ad esempio, nei corsi universitari di Sociologia dei consumi oppure in quelli di Sociologia della cultura. Quale shock, dunque, nello scoprire l’altro Michel de Certeau…” (11-12).

9 dicembre 2023 – La presentazione a Roma dell’ultimo libro di Diana Napoli su Certeau

Siamo prossimi all’incontro di presentazione del libro di Diana Napoli, Michel de Certeau filosofo della modernità, presso la Libreria del Centro Vocazionale AP della Pontificia Università Antonianum, in via Merulana 124 a, martedì 12 dicembre alle ore 17.30. Mentre ci avviciniamo al centenario della nascita di Certeau – 17 maggio 2025 – si moltiplicano a Roma le occasioni di approfondire la poliedrica figura di questo interprete del mondo moderno e contemporaneo.

(Edoardo C. Prandi)

22 novembre 2023 – Un incontro su Certeau e Lacan

Ci arriva un’altra lieta notizia riguardante un altro incontro dal titolo De Certeau e Lacan. Storia, mistica e psicanalisi in cui intervengono Luigi Mantuano, Matteo Bonazzi e Silvano Facioni con il coordinamento di Cristiana Fanelli e l’introduzione di Gaetano Lettieri. L’incontro si terrà presso il convento di San Bonaventura al Palatino sabato 16 dicembre alle ore 16.30. Intervengono nel dibattito anche Leonardo Arigone, Niccolò Brandodoro ed Elisabetta Spinelli.

(Edoardo C. Prandi)

28 ottobre 2023 – Un incontro su Certeau e Teresa d’Avila

Ci arriva la lieta notizia di una conferenza in data di oggi sabato 28 ottobre dal titolo “L’istituzione del dire nel Castello interiore di Teresa d’Avila secondo de Certeau” presso il Monastero Monte Carmelo in Vetralla (VT) del prof. Fausto Gianfreda sj.

(Edoardo C. Prandi)

19 ottobre 2023 – Michel de Certeau, filosofo della modernità, l’ultimo libro di Diana Napoli sul gesuita

Esce in libreria per Orthotes Editrice il nuovo libro su Michel de Certeau di Diana Napoli, già nota studiosa italiana del nostro autore, Michel de Certeau, filosofo della modernità. Ricordiamo volentieri la passata collaborazione di Napoli con il nostro sito e le sue importanti pubblicazioni sul tema: la cura due numeri per la rivista Humanitas, Michel de Certeau. Il corpo della storia (in coll. con Di Cori) e Michel de Certeau e Jean-Joseph Surin, nonché il suo lavoro dottorale Michel de Certeau. Lo storico smarrito tutti per Morcelliana; e ancora la cura di un numero per Aut-Aut, Michel de Certeau. Un teatro della soggettività.

Grazie a Diana Napoli del suo prezioso lavoro!

La presentazione del libro sul sito di Orthotes Editrice.

(Edoardo C. Prandi)

15 ottobre 2023 – Al termine convegno Dancing with the Absence 

Dopo un venerdì preso da varie attività riesco a partecipare in presenza alla sessione conclusiva del sabato mattina, con gli interventi dei teologi Pierre Gisel sulla cristologia implicita in Certeau e quello di Graham Ward sull’apologetica in rapporto all’attività di scrittore del nostro autore. Seguono gli interventi di Morra e Bruckner, organizzatrici e animatrici del Convegno. Si dà particolare enfasi al testo de La faiblesse de croire (Gisel e Bruckner ma anche Ward che cita Extase blanche e Morra con La frattura instauratrice) e più in particolare alla grande meditazione Dal corpo alla scrittura, un transito cristiano. Mi porto nel cuore la figura teologica, tutta certiana, di un Gesù immerso nella folla, uomo della strada, passante di cui è possibile un incontro. E una riflessione (nonché una prospettiva) rigorosa e aperta sull’amabilità di un corpo (quello istituzionale in genere e quello ecclesiale in specie) che può essere “amabile”. E un intreccio possibile ma non scontato tra quelle due dimensioni, una personale, l’altra sociale. Ripenso spesso al giudizio che papa Francesco diede qualche anno fa di Certeau, come “il più grande teologo del secolo scorso”. Ancora oggi, io che sono un “fan” di Certeau, non sarei stato mai così audace. Più che pensare alla sua grandezza di teologo – che pure c’è – penso a questo bel merito che ha come autore e pensatore, di aver invitato la teologia a una danza plurale, carica di speranza. (Edoardo C. Prandi)

Il convegno Dancing with the Absence  tra Gregoriana e Sant’Anselmo a Roma il 12 ottobre 2023

In data 12 ottobre inizia alla Pontificia Università Sant’Anselmo il convegno di teologia su Certeau Dancing with the Absence con vari ospiti di grande prestigio a livello accademico internazionale. Si può ormai pacificamente affermare che Certeau sia definitivamente approdato a Oriente – penso agli interventi di Vermander e di Watanabe – anche se non dimentichiamo mai lo storico convegno di Buchanan in Tasmania anni e anni fa. Distinzione tra linguaggio mistico e linguaggio teologico (Alvarez) – chiaro per gli specialisti ma non per i non addetti ai lavori -, il rapporto tra silenzio e parola e il senso del lavorare nel silenzio, l’interesse focale di Certeau per la nascita, il sorgere della parola, il radicamento con la crisi storico-spirituale del XVII secolo (Freijomil), il lutto impossibile (Derrida) e il rapporto con l’idea di discepolato a partire dalla lettura di Luca 24 sui “pellegrini di Emmaus”. Mi è sembrato che oggi, dopo aver apparecchiato la tavola, si sia avviato un delizioso banchetto di cibi conosciuti con ricette rivisitate, quasi un “ripasso” che facesse da punto di partenza di un cammino che deve continuare nei prossimi giorni. Anche se il “ripasso” ci ha già portato lontano, a ricordare la metafora certiana dell’ “ascolto del mare”, emblema dell’ulteriorità divina. (Edoardo C. Prandi)

15 settembre 2023 – Un nuovo convegno di teologia a Roma su Certeau

Per i lettori e gli appassionati di Certeau una grande attesa: dal 12 al 14 ottobre si svolgerà presso le Università Pontificie della Gregoriana e di Sant’Anselmo il Convegno di Teologia su Michel de Certeau dal titolo Dancing with the absence con relatori di altissimo livello. Il convegno si può seguire sia in presenza che on-line, occorre iscriversi seguendo le indicazioni che potete trovare su https://www.anselmianum.com/it/news/1012-theological-colloquium-dancing-with-the-absence .

Speriamo di essere numerosi!

(Edoardo C. Prandi)

31 marzo 2023 – Un seminario on-line su Certeau a cura del sociologo Davide Lampugnani

 Venerdì 31 marzo, si è svolto un nuovo seminario su Certeau a cura di Davide Lampugnani, sociologo della Cattolica di Milano, in piattaforma zoom con un ricco scambio tra gli interlocutori sui temi dell’Invenzione del quotidiano e i nessi con l’evoluzione sociale della tecnologia. Siamo lieti di condividere la locandina in cui si apprezza la globalità del percorso che prevede altri temi di notevole interesse e qui sotto il link della registrazione del seminario.

(Edoardo C. Prandi)

29 novembre 2022 – Un articolo di Azzariti-Fumaroli in regalo

Accade ogni tanto che qualche amico del nostro sito web ci regali, in spirito di vera condivisione, qualche preziosissimo lavoro in italiano sul nostro autore. Ringraziamo di cuore il gesto di Luigi Azzariti-Fumaroli di farci dono del suo saggio Michel de Certeau. Linguaggio della storia: silenzio sulla morte e parola mistica apparso sulla Rivista di Filosofia Neo-Scolastica nel 2012. Troverete il testo nella sezione Scaffale del nostro sito. (Edoardo C. Prandi)

28 novembre 2022 – Il prossimo seminario su Certeau e pedagogia insieme a Federico Rovea

Il 15 dicembre dalle ore 16:30 alle ore 19:00 presso il Centro Studi Clotilde e Maurizio Pontecorvo a Roma si terrà il seminario Certeau e la pedagogia. Un pomeriggio ricco di ospiti e in cui avremo l’occasione di conversare attorno all’ultimo pregevole studio su Certeau pubblicato da Federico Rovea (Università Sophia) Una pedagogia dell’esilio: Eterologia, alterità e formazione a partire da Michel de Certeau (FrancoAngeli).

11 settembre 2022 – gli interventi di Luigi Mantuano sul nostro sito

In questi ultimi anni sono apparsi presso l’Osservatore Romano alcuni preziosi e utili articoli che sintetizzano aspetti essenziali del pensiero di Michel de Certeau. Autore dei testi è un caro amico delle attività del nostro sito, Luigi Mantuano, i cui testi troverete nella sezione Scaffale del sito, dove raccogliamo i suoi contributi. Ad essi, aggiungiamo volentieri anche il pdf con la sua traduzione del saggio di Certeau Che cos’è un seminario, uno testi testi cruciali della produzione del grande autore.

Ecco gli altri titoli: Partecipare tutti all’invenzione del quotidiano; L’amour des marges; Il maestro che non voleva discepoli  (https://ildomaniditalia.eu/il-maestro-che-non-voleva-discepoli/); Traduzione di Che cos’è un seminario?

(Edoardo C. Prandi)

27 aprile 2022 – La presentazione del libro di Paola Di Cori a RomaTre

In data 16 maggio alle ore 16:00 verrà presentato a Roma Tre a cura del Dipartimento di Studi Umanistici il libro di Paola Di Cori, Michel de Certeau. Per il lettore comune (Quodlibet). Presenterà Luigi Mantuano, insieme a Manfredi Merluzzi e Maria Chiara Giorda, con la partecipazione dei curatori.

(Edoardo C. Prandi)

14 novembre 2021 – Un articolo di Luigi Mantuano sull’Osservatore Romano

Si trova sull’Osservatore Romano di sabato 6 novembre un articolo firmato da Luigi Mantuano, Partecipare tutti all’invenzione del quotidiano, (p. 7) in cui l’autore, da anni dedito a una lettura impegnata dei testi di Certeau non solo a livello accademico ma anche politico e sociale, analizza la situazione sociale di oggi rispetto alla fede e al rapporto con il mondo ecclesiale, dal di fuori e dal di dentro, alla luce delle pagine di Certeau, in particolare Il cristianesimo in frantumi e L’invenzione del quotidiano (ma non solo).

(Edoardo C. Prandi)

5 febbraio 2021 – Una nuova edizione di alcune pagine della Presa di parola

Esce per le Edizioni dell’asino un piccolo libretto a cura del noto studioso Giancarlo Gaeta su Certeau in cui il curatore fa rileggere le pagine di Certeau sulla presa di parola e il ’68. Una lettura agile, di appena cinquanta pagine in cui trovare ispirazione per interpretare e trovare impegno nel nostro presente.

Vedi il link: https://asinoedizioni.it/libro/la-presa-della-parola-il-maggio-francese-letto-da-michel-de-certeau/

(Edoardo C. Prandi)

5 febbraio 2021 – Una recensione all’ultimo libro di Di Cori

Ci giunge dalla Spagna, dalla bella rivista di studi culturali La Torre del Virrey, una preziosa recensione di Juan Diego Gonzalez Sanz sul libro di Paola Di Cori, lieti la condividiamo con il nostro pubblico.

Vedi il sito della rivista: https://www.latorredelvirrey.es/

4 febbraio 2021 – Un articolo di Arcangeli su Certeau

Segnaliamo un articolo di Alessandro Arcangeli trovato sulla rete, Michel de Certeau e la “bellezza del morto”, sperando di far cosa gradita ai lettori e all’autore.

Il saggio è stato pubblicato nel libro Un mondo perduto? Religione e cultura popolare a cura di Felici e Scaramella.

(Edoardo C. Prandi)

3 novembre 2020 – Certeau su TV2000 con Pepe e Morra

TV 2000 ha dedicato un episodio del programma Il Diario di Papa Francesco all’analisi del tempo attuale della pandemia, tra il senso di fragilità e la speranza animata dalla fede attraverso la presentazione della riedizione del libro Debolezza del credere (Vita e Pensiero) di Certeau. Invitati a parlare ci sono stati la prof. Stella Morra (Gregoriana – Centro di Fede e Cultura Alberto Hurtado), curatrice del volume, e Stefano Pepe, membro storico del nostro gruppo Prendere la parola e lettore appassionato delle pagine certiane.

Nel link troverete l’episodio del programma https://youtu.be/vWtCFD_zdRk

(Edoardo C. Prandi)

1 novembre 2020 – Una nuova edizione de Debolezza del credere

Con l’editore Vita e Pensiero torna in libreria Debolezza del credere. Fratture e transiti del cristianesimo a cura di Stella Morra, uno dei testi fondamentali di Certeau teologo e studioso degli aspetti sociali della fede cristiana.

“Perché ripubblicarla? Come spiega la teologa Stella Morra, che firma la prefazione, i motivi sono almeno due: perché Certeau offre in uno stile appassionato e interdisciplinare un ritratto dell’uomo comune tuttora attuale prendendo sul serio ciò che è “comune”; e “perché speriamo che le riflessioni contenute in questo volume ci possano condurre a diventare compagni di strada di questo camminatore ferito che non ha mai smesso di viaggiare”, un punto di riferimento fidato indispensabile nei momenti di incertezza che stiamo vivendo.” (dal comunicato stampa dell’editore)

In un tempo difficile parole e riflessioni forti per rinnovare la speranza nei molteplici percorsi dell’uomo.

(Edoardo C. Prandi)

20 apr 2020 – Un articolo di Giuseppe Guglielmi

Segnaliamo l’articolo di Giuseppe Guglielmi su un tema classico e sempre suggestivo degli studi certiani quale è il rapporto tra l’opera di Certeau e quella di Michel Foucault. Il saggio di Guglielmi – «Il lato notturno della realtà: Certeau interprete di Foucault», in Rassegna di Teologia 61 (2020) 91-114 – ripercorre nei suoi paragrafi alcuni saggi e conseguenti nodi nevralgici nella produzione certiana volti a chiarire le connessioni con il pensiero del suo omonimo.

(Edoardo C. Prandi)

16 marzo 2020 – Prima presentazione del libro di Di Cori, Certeau per il lettore comune

Il 4 marzo 2020 presso il Centro Studi Maurizio Pontecorvo abbiamo realizzato grazie alla cordiale ospitalità di Clotilde Pontecorvo la prima presentazione del libro di Paola Di Cori, Michel de Certeau. Per il lettore comune. Sono intervenuti Luigi Mantuano, e i curatori Stefano Pepe e Edoardo C. Prandi. Mario Giampà ha comunicato un testo che è stato letto per l’occasione.

Il primo intervento è stato di Luigi Mantuano che ha ricordato gli anni di collaborazione con Paola Di Cori nel campo della scuola e della didattica nonché il lavoro di squadra per la traduzione del testo di Certeau, Che cos’è un seminario, testo chiave nella produzione del gesuita francese e ampiamente trattato nel libro. Mantuano ricorda la sua scoperta di Certeau ai tempi dell’università grazie a docenti come Fattori e Gregory. Inoltre, afferma l’importanza dei contributi certiani di carattere ecclesiale e pastorale risalenti al periodo degli anni ’60 (in piccola parte raccolti nel libro, Lo straniero o l’unione della differenza) per capire le opere principali di Certeau come La scrittura della storia, L’invenzione del quotidiano e Fabula mistica. Paola Di Cori non manca di mostrare in più luoghi l’importanza della matrice ignaziana nei testi certiani e di come la disciplina degli Esercizi Spirituali compenetri il pensiero dell’autore. Al centro del suo profilo di storico c’era la coscienza cristiana della tomba vuota del risorto, per cui l’oggetto storico non c’è più. Nell’esperienza spirituale delineata negli scritti certiani è fondamentale la componente del desiderio secondo quanto diceva già Gregorio Magno, “l’unico modo di conoscere Dio è desiderarlo”. Le pagine offerte alla lettura mostrano un percorso lucido e di ampie vedute senza pretese di esaustività. Le questioni del libro toccano temi quali la storia dalla prospettiva della soggettività, la sociologia del quotidiano, il desiderio. Sebbene il libro, come già detto, non trascura l’aspetto religioso in Certeau manca un’analisi delle opere pastorali e l’importanza delle citazioni bibliche nelle opere certiane. Nonostante l’assenza della riflessione teologica il testo fa emergere lo spirito della ricerca certiana, l’ossessione dell’altro. Altro aspetto importante è il rapporto di Certeau con le istituzioni, connotato da un atteggiamento dissacratore, lo stesso che aveva Di Cori. Infine, Mantuano ricorda una pagina di Certeau su Jules Verne, celebrazione e memoria di una condizione di esistenza concepita come viaggio, ancora una volta evocativa immagine della sua idea di esperienza spirituale.

Prandi legge il contributo dello psicanalista Mario Giampà, il quale aveva lavorato con Paola Di Cori durante gli ultimi anni nel gruppo de Lo sguardo paziente. Il dottor Giampà ci ha permesso di pubblicare il suo testo:

“Stefano Pepe e Edoardo C. Prandi, nella prefazione del libro Michel de Certeau – per il lettore comune, sottolineano come Paola Di Cori, si sia impegnata  su una pista da seguire con determinazione e rigore, senza risparmiare energie, per arrivare a scoprire il senso nascosto nella misteriosa trama narrativa dell’esistenza, così come accade nei gialli.

La curiosità intellettuale di Paola, la sua onestà intellettuale, mi hanno subito positivamente impressionato leggendo un suo scritto Di dove sei? , prima ancora di conoscerla di persona,  nell’anno 2014. Da allora, ci si incontrava per pensare, per capire, gli Altri da noi. Il “Noi”, era un gruppetto di “tumorati” che, dal nostro  vertice di “sofferenti”, esaminavamo la vita quotidiana, i rapporti con il potere, la politica. 

Concordo con l’immagine che danno di lei, i curatori nella chiusura della loro prefazione, che voglio evidenziare:

Il messaggio che emerge dal lavoro di Paola Di Cori, come dall’opera di Certeau, è quello dell’accettazione, senza arrendersi, di queste trasformazioni che il mondo ci pone davanti, come della sua variabilità intrinseca. La riflessione di Paola Di Cori, da questo punto di vista, non può che presentarsi come un messaggio di fiducia nel futuro, una sfida alla morte, un atto di speranza nella vita e nella sua trasformazione.

Così ha vissuto Paola fino al fatidico ricovero all’ospedale dell’isola Tiberina, luogo per me carico di ricordi, avendolo frequentato come studente di medicina.

La nostra frequentazione non aveva niente a che fare con de Certeau, comunque io ero incuriosito che Paola si dedicasse ad un gesuita ed iniziai a leggerlo, anche memore dell’effetto sorpresa che mi aveva fatto leggere, da giovane studente liceale, la biografia del gesuita grande Maceratese P. Matteo Ricci, magnifico Apostolo della Cina, scritto dal canonico Otello Gentili, nel lontano 1953.  

Leggere Michel de Certeau è stata nuovamente una sorpresa piacevole e corroborante, anche per la valorizzazione fatta da Paola , richiamandoci  alla realtà attuale che stiamo vivendo: 

Da tempo viviamo in un’età in cui la modernità si polverizza, i cambiamenti si spargono e diffondono a livello globale. Nella nota 15, aggiunge che osserviamo la nascita di nuovi fenomeni di trasformazioni culturali in un mondo globalizzato (pag. 64) (…) La modernità ribalta l’antica convinzione di una realtà che non si offre allo sguardo, e costruisce un modo di guardare mediante il quale si crede solo in ciò che si vede; l’intera realtà è fabbricata attraverso simulacri, copie, riproduzioni, che hanno finito per trasformare l’atto di vedere in una credenza. (pag. 195) 

Il saggio è stato scritto, come sottolinea Paola, nella prima pagina  per attenuare il disorientamento che i suoi scritti talvolta producono.

Come uomo comune, sono uno dei tanti che camminano per la strada e mi giungono parole laiche, accademiche … le nostre società sono sempre più strutturate attorno a un’opposizione bipolare tra la Rete e l’io (…) la frammentazione sociale si diffonde, in quanto le identità si fanno sempre più specifiche e difficili da condividere  (Manuel Castells, Società in rete, 1996); l’effetto che le ICT digitali (le tecnologie dell’informazione e della comunicazione) stanno producendo sul nostro senso del sé, la maniera in cui ci relazioniamo gli uni con gli altri e nella quale diamo forma al nostro mondo e interagiamo con esso (…) In realtà, tali tecnologie sono divenute forze ambientali, antropologiche, sociali e interpretative. Esse creano e forgiano la nostra realtà fisica e intellettuale, modificano la nostra autocomprensione, cambiano il modo in cui ci relazioniamo con gli altri e con noi stessi, aggiornano la nostra interpretazione del mondo, e fanno tutto ciò in maniera pervasiva, profonda e incessante. (Luciano Floridi, “La quarta rivoluzione, come l’infosfera sta trasformando il mondo”, del 2014).

Nella conclusione del suo saggio scrive Paola E anche se occorre tener conto del potere dei media sulla immaginazione del lettore, <è sempre bene rammentare che non bisogna considerare la gente idiota>

 E’ sempre bene rammentare che non bisogna considerare la gente idiota, è la conclusione del capitolo XII, Leggere: una caccia di frodo, del libro L’invenzione del quotidiano.

Ho abbondantemente citato Luciano Floridi, ma voglio terminare con il pensiero di Michel de Certeau, risuonano  temi del ’68:

… l’idea di una produzione della società attraverso il sistema <scritturale> non ha cessato di avere come corollario la convinzione che, con maggiore o minore resistenza, il pubblico sia plasmato dallo scritto (verbale o iconico), divenga simile a ciò che riceve e infine venga impresso attraverso e come il testo che gli è imposto.

Ieri, questo testo era il manuale scolastico. Oggi è la società stessa. Un testo che ha forma urbanistica, industriale, commerciale o televisiva. Ma la trasformazione che ha segnato il passaggio dall’archeologia scolastica alla tecnocrazia dei media non ha scalfito il postulato di una passività inerente al consumo – postulato che dev’essere giustamente rimesso in discussione. 

 Grazie per la vostra attenzione e un grazie riconoscente a Clotilde, Stefano e Edoardo per avermi invitato a parlare.”

Dopo alcuni scambi e un gradevole rinfresco offertoci dal Centro l’incontro ha proseguito con un breve concerto realizzato da un quartetto di strumentisti: Chiara (violinista) e Laura (flautista) Pontecorvo, Giulio Ancarani (alla macchina da scrivere (!) e Daniele Valabrega (viola).

(Edoardo C. Prandi)

14 gennaio 2020 – Un articolo di Federico Rovea

Esce un articolo di un ricercatore italiano, Federico Rovea, sulla rivista Ethics and Education, dal titolo Intercultural education and everyday life: suggestions from Michel de Certeau. Il lavoro di Rovea si propone un approfondimento sui lavori di Certeau sul quotidiano applicato al documento dell’UE White Paper on Intercultural Dialogue ‘Living Together As Equals in Dignity’ che promuove un approccio interculturale alla formazione.

(Edoardo C. Prandi)

14 gennaio 2020 – Un articolo di Paul Gilbert sj

Appare su La Civiltà Cattolica un articolo di Paul Gilbert sj dal titolo Michel de Certeau e la teologia. Trovare Dio e cercarlo ancora. Le sue pagine seguono i lavori di Certeau sulla mistica, e in particolare l’interpretazione che Jean-Joseph Surin fa dell’ “indifferenza” ignaziana.

14 gennaio 2020 – Esce il libro di Paola Di Cori, Michel de Certeau. Per il lettore comune

Esce in libreria, per l’editore Quodlibet, il libro postumo di Paola Di Cori, Michel de Certeau. Per il lettore comune. Una pietra miliare per gli studi di Certeau in Italia, scritto da una delle sue massime studiose nel nostro paese. Nato dagli ultimi scritti a cui l’autrice ha lavorato prima della sua scomparsa, vede finalmente la luce per presentare al pubblico la sintesi di un percorso ventennale di ricerca.

(Edoardo C. Prandi)

26 giugno 2019 – Un articolo di Fausto Gianfreda sj

Appare nella rivista Studium – n. 5 anno 2018 – un importante contributo di Fausto Gianfreda sul rapporto tra Certeau e la teologia a partire dalle pagine di Fabula mistica dal titolo – Fabula mistica: dialettica sociale dell’incarnazione della parola e teologia in Michel de Certeau. Il testo di Gianfreda riprende i temi che l’autore aveva trattato durante il suo intervento in Gregoriana in occasione della presentazione della traduzione italiana del secondo volume di Fabula mistica, incontro organizzato dal gruppo Prendere la parola in collaborazione con la Pontificia Università – maggio 2017. Fausto Gianfreda da anni segue l’opera certiana, intervenendo e organizzando conferenze, seminari e corsi sull’autore – vedi nella sezione Eventi del sito.

(Edoardo C. Prandi)

26 giugno 2019 – Dal sito www.archeologiafilosofica.it

Il sito www.archeologiafilosofica.it si propone l’approfondimento di tematiche connesse al tema della genealogia filosofica sulla scia degli storici contributi di studiosi quali Foucault, Melandri e Agamben. Negli archivi del sito sono disponibili tre saggi di Paolo Vernaglione Berardi volti a guardare l’opera certiana sotto questo aspetto, attraverso un’ambiziosa analisi che tocca i temi portanti della ricerca del nostro autore, quali la vita quotidiana e la mistica.

Qui i link dei tre contributi.

https://www.archeologiafilosofica.it/wp-content/uploads/2016/07/Quaderno-X.pdf
https://www.archeologiafilosofica.it/wp-content/uploads/2019/01/La-nostra-arte-quotidiana.pdf
https://www.archeologiafilosofica.it/wp-content/uploads/2019/01/La-nostra-arte-quotidiana.pdf

(Edoardo C. Prandi)

11 febbraio 2019 – Grazie Paola 

Lunedì 6 novembre 2017 Paola Di Cori ci lasciato. Storica, teorica femminista e degli studi di genere, studiosa appassionata e osservatrice arguta delle pratiche contemporanee, Paola non lascia un vuoto ma il progetto di un percorso piano e vitale, ancora da tracciare, in cui i suoi testi e le sue riflessioni ci seguiranno, come una guida.

Abbiamo svolto insieme un cammino decennale, nel gruppo di ricerca Prendere la parola, che coordinava con passione rigore e affetto, e attraverso questo sito, Michel del Certeau in Italia, entrambi frutto della sua intuizione e ancor più del suo desiderio instancabile di costruire, innovare e condividere.

Serbiamo di lei un ricordo che è insieme promessa di futuro: una capacità di progettare affermazione di vita costruita prima ancora che su interessi condivisi, sulla capacità di una collaborazione sincera e generosa, capace di divenire negli anni stima, affetto, amicizia.

Amica e animatrice entusiasta, Paola ha arricchito tutti noi con lo spirito di iniziativa che la ha accompagnata fino alla fine della lotta contro la malattia, da lei trasformata con coraggio in oggetto di ricerca e riflessione intellettuale sul linguaggio e le pratiche della cura, sul corpo, sul silenzio, sulla morte.

Paola ha continuato a lavorare instancabilmente fino agli ultimi giorni, dopo aver curato – già quando era molto malata – un numero della rivista Leussein dedicato alla riflessione sul genere e sull’identità, dopo aver organizzato un ciclo di seminari sulla malattia e la relazione fra medico e paziente, dopo averci consegnato il suo ultimo lavoro su Michel de Certeau, a cui lavorava da anni, e che ha voluto con tutte le sue forze terminare.

Oltre a questa forza interiore ineliminabile, al desiderio di progettare come fuga dal dolore e dalle difficoltà, resta il segno della sua capacità di costruire contatti tra persone diverse senza mai rinnegarne la differenza, della sua perseveranza nel confronto aperto, del suo umorismo cordiale tanto quanto della sua disciplina esigente sul lavoro.

I suoi contributi erano il frutto di un’intensa attività di studio associata a una pratica costante della relazione e del dialogo: con quanti condividevano i suoi percorsi di ricerca, con quelli incontrati per caso, con coloro che la pensavano diversamente. La condivisione e l’ospitalità erano elementi costitutivi della sua attività intellettuale, all’insegna del concetto di caquetoir: il punto di intersezione mai fissato a priori della discussione libera, della comunicazione che può cambiare i pensieri e le cose, giacché il suo esito è costitutivamente aperto e indeterminabile a priori.

Questo patrimonio di dialoghi e di eventi realizzati insieme e ancora più di una pratica della vita è l’eredità che raccogliamo oggi con profonda gratitudine, debitori di un grande contributo dato in gratuità e onestà di spirito. Riportiamo di seguito alcuni testi che evocano lo spirito con cui Paola svolgeva la sua attività di studiosa e ricercatrice, capaci di esprimere i valori che abbiamo potuto condividere insieme a lei, nei momenti di lavoro e di gioia.

Affinché la sua voce sia ancora con noi.

«Archiviare non significa depositare, etichettare e consegnare alla polvere, ma tutto il contrario. Come ha ricordato Derrida nel ’95: “Oggi niente è meno certo, niente meno chiaro della parola ‘archivio’; niente è più torbido e conturbante”. “L’archivio […] non è solo il luogo di stoccaggio e di conservazione di un contenuto archiviabile passato che esisterebbe in ogni modo […]. No, la struttura tecnica dell’archivio archiviante determina anche la struttura del contenuto archiviabile nel suo stesso sorgere e nel suo rapporto con l’avvenire” (Derrida 1995; trad. it. 1996: 25). L’archivio, quindi, non è il depositario di verità inconfutabili, ricerca ingenua di prove chiare e definitive che soddisfino l’ansia di legittimazione o una pretesa di improbabile coerenza. Sebbene l’atto di archiviare esprima un desiderio di chiusura e sistemazione, esso è sempre accompagnato da un altrettanto forte impulso all’interrogazione; non un mero ricettacolo di tracce, quindi, ma punto di incrocio, occasione per rimettere continuamente in discussione quanto vi è raccolto. Ecco quindi che ogni momento dell’archiviazione, ciascuna aggiunta o riapertura, modifica il significato stesso dell’archivio, proponendo non tanto la statica condizione di un insieme di memorie passate da riordinare, bensì un’idea di movimento, di futuro; problemi su cui indagare ulteriormente, cassetto che racchiude segreti da svelare più che documentare realtà indiscusse: “È una questione di avvenire, la domanda dell’avvenire stesso, la domanda di una risposta, di una promessa e di una responsabilità per il domani” (ivi: 47).»

«Come faccio spesso quando scrivo, mi piace ascoltare un po’ di musica. Ogni volta, ogni scritto, qualcosa di diverso. Solitamente, una volta scelto il genere – che può andare da Kid A dei Radiohead a Tito Puente, o un quartetto di Beethoven – gli rimando fedele per tutta la durata della scrittura di quell’articolo o saggio, con ripetuti ascolti dello stesso brano. La musica mi accompagna negli andirivieni e percorsi accidentati della stesura, e sono proprio le caratteristiche ritmiche di quella prescelta ad assecondarmi più e meglio di altre che sono invece servite come sfondo sonoro a pagine scritte in precedenza. Come se la scrittura avesse anche bisogno di una scansione che non ha solo a che fare con le parole e la costruzione di un testo, e che soltanto la musica – nel disporre i suoni nel tempo – può imprimere» (da Asincronie del femminismo. Scritti 1986-2011).

(Edoardo C. Prandi)

4 agosto 2018 – Un libro di Paola Di Cori

In attesa della pubblicazione del libro di Paola Di Cori su Certeau condividiamo la gioia della comparsa on line dell’ebook Pagine brevi. Paola Di Cori un’intellettuale femminista, con i contributi della studiosa certiana sul portale inGenere.it, preziosi per conoscere un aspetto importante del percorso intellettuale della studiosa fondatrice del nostro sito web e per riflettere sull’applicazione dei suoi studi su Certeau alle tematiche di genere. Ecco il link: http://www.ingenere.it/pubblicazioni/pagine-brevi-paola-di-cori-intellettuale-femminista

(Edoardo C. Prandi)

3 aprile 2018 – Un articolo di Gonzalez-Sanz in regalo

Pubblichiamo in questa data un bell’articolo regalatoci da Juan Diego Gonzalez Sanz dell’Università di Huelva in Spagna, direttore della rivista «La Torre del Virrey», sul testo Lo straniero o l’unione nella differenza di Certeau. La traduzione è di Monica Elisei. Grazie Juan Diego del prezioso dono! (Edoardo C. Prandi)

19 maggio 2017 – Presentazione del II volume di Fabula mistica in Gregoriana a Roma

In occasione dell’uscita in Italia del secondo volume di Fabula mistica (trad. it di Silvano Facioni) si terrà un incontro dal titolo Ri-prendere la parola. Michel de Certeau e il II volume di Fabula mistica presso l’Università Gregoriana a Roma – aula C012 – mercoledì 24 maggio dalle ore 17 alle ore 20. Intervengono Fausto Gianfreda, Stella Morra, Paul Gilbert, Giuseppe Riggio, Edoardo Prandi e Giuseppe Bonfrate. 

(Edoardo C. Prandi)

12 maggio 2017 – Un Convegno su Greimas a cura di Pierluigi Cervelli

Dall’8 al 10 maggio 2017, presso il Centro Congressi del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca sociale della Sapienza, in via Salaria 113, è stato organizzato un convegno, a cura di Pierluigi Cervelli (membro del gruppo Prendere la parola) dal titolo Un pensiero di frontiera: la riflessione di A. J. Greimas e la ricerca in semiotica strutturale. Greimas, con i suoi studi di semiotica, è stato un personaggio chiave del percorso di ricerca di Michel de Certeau. Leggiamo dalla presentazione: 

“In occasione del centenario della nascita di Algirdas Julien Greimas, il convegno ha l’obiettivo di svolgere una riflessione metodologica ed epistemologica sulla semiotica generativa, fondata da Greimas e dal suo gruppo di ricerca a partire dalla metà degli anni sessanta del Novecento, sulla scorta della riflessione emersa all’inizio di quel secolo nell’ambito della linguistica strutturale, attraverso l’opera di autori come Ferdinand de Saussure e Louis Hjelmslev. Nello spirito proprio di questo percorso, il convegno prende spunto da ricerche empiriche recenti per condurre una riflessione su concetti e strumenti analitici della disciplina. Le ricerche presentate potranno esprimerne il senso di due direzioni fondamentali, entrambe legate all’opera di Greimas.

[…]

Laddove si vedono moltiplicarsi campi di traduzioni, di ibridazioni fra linguaggi, di strategie e di tattiche, la riflessione di Greimas risulta oggi ancora più attuale. E sembrano possibili, o forse già in corso, dialoghi con autori nel passato che conoscevano e praticavano la semiotica, come Michel de Certeau, Paul Ricoeur  e Louis Marin, o, nella sua peculiarità ineludibile, Michel Foucault.

Nel quadro complesso della società contemporanea, il convegno si pone in quest’ottica come momento di confronto fra semiologi e studiosi appartenenti alle altre discipline delle scienze sociali e della filosofia.”

(Edoardo C. Prandi)

22 marzo 2017 – La presentazione di un libro a cura di Giorgio Mangani

Il gruppo di ricerca Prendere la Parola invita alla presentazione de Il vescovo e l’antiquario. Giuda Ciriaco, Ciriaco Pizzecolli e l’identità adriatica anconitana di Giorgio Mangani (Ancona 2016), martedì 11 aprile 2017, presso il dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale della Facoltà di Scienze Politiche, Sociologia e Comunicazione nell’Aula Consiglio, ore 17-19, via Salaria 113, II piano. Intervengono, oltre all’autore, Edoardo Boria (geografo) e Pierluigi Cervelli (semiologia e membro di Prendere la Parola).

(Edoardo C. Prandi)

1 marzo 2017 – Un nuovo numero di «Comunicazione.doc» dedicato a Certeau

Segnaliamo l’uscita del nuovo numero della rivista «Comunicazione.doc» edita dal dipartimento di Comunicazione e ricerca sociale dell’Università la Sapienza di Roma. Il volume, curato da Davide Borrelli e Federico Tarquini, dal titolo Michel de Certeau. Teorico e sociologo della vita quotidiana è dedicato a una lettura principalmente sociologica dell’opera di Certeau. Ospita anche contributi di studiosi (tra i quali Pierluigi Cervelli e Paola Di Cori del gruppo Prendere la Parola) che si muovono in ambiti ai margini o fra le pieghe delle discipline stesse.

(Edoardo C. Prandi)

30 dicembre 2016 – Una presentazione del numero di «Leussein» a Roma

Sabato 18 giugno presso Villa Nazareth a Roma, approfittando della visita di Papa Francesco, Stefano Pepe ha consegnato al Papa una copia del numero di Leussein Il viaggio: ricerca di sé e degli altri. Certeau legge Favre curato dal gruppo Prendere la Parola. Ricordiamo questo momento lieto e significativo per tutto il gruppo con questa foto in cui vediamo Francesco che sfoglia, sorridente, la rivista. 

30 dicembre 2016 – I testi del Convegno Michel de Certeau: praticare la pluralità al Centro San Luigi di Roma

In occasione della tavola rotonda svoltasi durante il Convegno Michel de Certeau: praticare la pluralità organizzato presso il Centro Culturale San Luigi di Roma il 18 maggio 2015 dal gruppo di ricerca Prendere la Parola abbiamo invitato Gabriella Caramore, Jacques Fillion e Juan Diego Gonzalez Sanz, fra gli altri relatori, a tenere interventi sulla loro ricerca in relazione all’opera di Michel de Certeau. Nella sezione Scaffale è possibile leggere i loro interventi in lingua italiana che gli autori ci hanno reso disponibile con grande generosità.  È disponibile il download dei testi originali in lingua (francese per J. Fillion e spagnola per J. D. Gonzalez Sanz).

(Edoardo C. Prandi)

14 novembre 2016 – In memoria degli attentati a Parigi

L’immenso odio cieco che ha provocato le uccisioni atroci di tanti uomini e donne a Parigi nella notte del 13 novembre 2015 nasce da un’altrettanto abnorme cecità nei confronti di tutto ciò che appare differente rispetto a una monolitica e omogenea visione di umano in quanto identico. Vogliamo commemorare quelle morti riportando alcune frasi scritte da Michel de Certeau per esaltare le differenze.

Ciò che è differente ci minaccia. Perciò facciamo di tutto per cancellarne le tracce. Gli altri, la morte, Dio: tutto ciò che designa una rottura dev’essere sfumato. Per essere identici a noi stessi, ci è necessario ricondurre a noi e ridurre a somiglianza ogni dissomiglianza.

Reazioni a catena tendono a camuffare l’alterità man mano che questa emerge nel campo dell’esperienza.

Alle rimozioni che escludono dalla comunicazione le tensioni tra uomini o all’interno dell’uomo (e che, per ciò stesso, scalzano il fondamento di ogni riconoscimento reciproco), all’immediatismo che sollecita la riconciliazione ma rifiuta di accettarne le condizioni e i rischi, alle concordie a basso prezzo che, eludendo le difficoltà, non si accontentano di annullare la fede ma la annacquano in buoni sentimenti, bisogna opporre risolutamente un’apologia della differenza.

[…]

L’omogeneità è sempre e soltanto un’utopia. […] Certo, là dove non c’è unione, la differenza è inerte; essa non è più il fermento del senso. Ma l’unione diventa sterile e insignificante, se non rinasce più dalla differenza che la mette in questione.

da Apologia della differenza (1968)

[…] ciascuno di noi non può vivere senza ciò che ignoriamo, senza un al-di-là di noi stessi che noi non conosciamo più, o non ancora, o che non conosceremo mai. Nell’itinerario o nell’incoerenza di ogni esperienza personale, ogni istante di verità – esperienza affettiva, delucidazione intellettuale, incontro con qualcuno – perderebbe il suo significato se non fosse ricollegato ad altri e in definitiva all’Altro. Non ha senso se non nella misura in cui è inconcepibile senza altri momenti, senza altri incontri.

da L’esperienza spirituale (1970)

(Paola Di Cori)

17 ottobre 2016 – La presentazione del libro Utopie vocali di Lucia Amara

Si è svolta la presentazione del libro curato da Lucia Amara Michel de Certeau: Utopie vocali che si è svolta presso l’Università La Sapienza di Roma lo scorso 1/3/2016. Oltre alla curatrice, al dibattito hanno partecipato Paola di Cori, Paolo Fabbri e Isabella Pezzini. L’incontro è stato moderato da Pierluigi Cervelli ed è stato curato dal gruppo Prendere la Parola in collaborazione con Paolo Fabbri.

(Edoardo C. Prandi)

8 giugno 2016 – Daniel Berrigan e suo fratello Philip – sacerdoti e militanti pacifisti 

Il 30 aprile 2016 è morto, all’età di 94 anni, Daniel Berrigan, gesuita, poeta, militante nei movimenti pacifisti contro la guerra in Vietnam negli Stati Uniti degli anni ’60. Insieme al fratello Philip (1923-2002) – il quale, appartenente all’ordine giuseppino, abbandonò lo stato sacerdotale nel 1970 – fu animatore di grandi campagne antibelliche e perseguitato per anni dall’FBI.

In un saggio incluso in Debolezza di credere (1987; tr.it.2006) – Coscienza cristiana e coscienza politica: i Berrigan – Certeau ha tracciato un indimenticabile ritratto dei due fratelli, di cui riportiamo qualche brano:

“Il 9 ottobre del 1968 Daniel Berrigan è stato condannato a tre anni di prigione, per aver, il 17 maggio precedente, bruciato con il napalm delle cartoline di precetto trafugate dall’ufficio di reclutamento militare di Catonsville (Maryland). Egli aveva partecipato al colpo organizzato da suo fratello Philip, recidivo, e da sette altri amici. La sua pena sarebbe diventata effettiva il 9 aprile del 1970. A quella data, optò per la clandestinità. La polizia era sulle sue tracce. Egli si spostava in ambienti clandestini nascosti sotto la superficie della società americana. Poi, improvvisamente, faceva irruzione in una situazione pubblica: in una chiesa, durante un convegno, si spiegava. Quando i poliziotti arrivavano, era già scomparso.

(…)
“L’uomo ricercato voleva essere il testimone della speranza. Non accettava l’emorragia del senso e la putrefazione delle ragioni per vivere. «Nuove forme di azione sono necessarie… Dobbiamo almeno provare…».

(…)
Poeta conosciuto negli USA, professore alla Cornell University, prete cattolico, gesuita. Daniel Berrigan non aveva nulla del giovane esaltato. Aveva 50 anni. Una intransigente fedeltà alla sua fede e al suo sacerdozio, un’ampia formazione grazie ai numerosi viaggi all’estero, una vasta cultura religiosa e letteraria: niente di tutto ciò può fare di lui un teppista. Se, per la prima volta, ha violato positivamente la legge, è stato dopo molte esitazioni,e spinto da una preoccupazione centrale: «cercare strade nuove» che «aprano prospettive», permettano un «risveglio» dalla vita assopita o alienata in un sistema, compiere così «opera poetica» e «lottare per una nascita» attraverso una poetica della coscienza americana.
Suo fratello Philip, di due anni più giovane, religioso giuseppino, prete cattolico, anche lui condannato alla prigione per aver commesso, e d’altra parte ispirato, la stessa «azione simbolica» di Catonsville, ha intrapreso lo stesso «compito erculeo».

(…)
«Per me – scrive Philip – e Daniel dice altrettanto – , la prigione è stata una situazione interamente volontaria, una delle conseguenze prevedibili di un dissenso politico serio. Ciò non significa che abbia scelto o preferito la prigione, ma solo che ho considerato la disobbedienza civile come un dovere cristiano e accettato la prigione come una conseguenza».

(…)
I Berrigan non sono dei marginali, dei Neri, dei Chicanos, dei miserabili, insomma gente che non muove affatto la coscienza americana, troppo competitiva per essere sorpresa o toccata dalla protesta dei «vinti» del proprio mondo. Essi sono invece dei pari, dei reputable men, religiosi appartenenti a ordini che hanno un posto e un potere nella società. Con ciò essi mettono in causa, pubblicamente, «l’identificazione automatica del cattolicesimo con lo statu quo, la sua alleanza con le cause patriottiche dominanti, la sua ambizione di farsi accettare». (…) E questo in nome di una irriducibilità della coscienza – animata, dicono dalla «passione morale». Il titolo di un film su Daniel Berrigan lo dice con un’espressione esplosiva: «Il santo fuorilegge».
Come poeta e come cristiano, Berrigan segue piuttosto la traiettoria di Rimbaud, «lavorare ad una creazione», «dare uno spazio in cui respirare»; non lo possono fare né le parole né le proteste verbali. Smettendo di vedere e di sapere senza cambiare nulla, troveremo infine la strada dell’agire? Questa è la sua domanda.
Daniel Berrigan sa anche che c’è, in un certo senso, una secolarizzazione del martirio. Egli ha riflettuto molto su Bonhoeffer.

«I gesuiti del XVI e XVII secolo hanno condotto una vita segreta in Inghilterra per difendere l’unità della Chiesa… Non posso pensarmi come un prete gesuita che muore per l’Eucarestia, se non in un modo totalmente nuovo, nel senso che l’Eucarestia implicherà che l’uomo è un valore, che non si può né uccidere, né degradare, né violare la vita umana, e che non si può essere razzisti.»

[le parole e frasi virgolettate sono di Berrigan] 

(Edoardo C. Prandi)

19 maggio 2016 – Un incontro al caffè Dagnino a Roma

Giovedì 19 maggio, presso il caffè Dagnino a Roma, il gruppo Prendere la Parola si è incontrato con Juan Diego Gonzalez Sanz, curatore del numero monografico su Certeau della rivista spagnola La Torre del Virrey – nonché nostro ospite al convegno Michel de Certeau: praticare la pluralità del 2015 – per riprendere e commentare i temi e le questioni avviate negli articoli ivi raccolti.
Hanno partecipato alla serata anche la psicoterapeuta María Macías Garcìa e Monica Elisei – traduttrice del contributo di Gonzalez Sanz al suddetto convegno in occasione della prossima pubblicazione in ricordo dell’evento.

(Edoardo C. Prandi)

26 aprile 2016 – Un numero di «Aut-aut» su Certeau a cura di Diana Napoli

È uscito per la rivista Aut-aut un numero monografico su Michel de Certeau dal titolo Michel de Certeau. Un teatro della soggettività. Il volume sarà presentato il 28 aprile presso l’Istituto Francese Centro San Luigi a Roma, sarà presente la curatrice Diana Napoli.

(Edoardo C. Prandi)

10 marzo 2016 – Un convegno internazionale su Michel de Certeau a Parigi a cura di Luce Giard

Da giovedì 10 a sabato 12 si svolge a Parigi presso il Centro Sèvres dei gesuiti il convegno Michel de Certeau. Le voyage de l’oeuvre in memoria del 30° anniversario della morte di Certeau. Per l’occasione ci saranno anche degli interventi di alcuni membri del gruppo Prendere la Parola.

(Edoardo C. Prandi)

19 febbraio 2016 – Arrivederci Umberto Eco 

“Quanto è successo dal maggio 1968 ad oggi dimostra che la civiltà delle comunicazioni non produce necessariamente né l’uomo unidimensionale né il selvaggio beatamente allucinato del nuovo villaggio globale: in luoghi e momenti diversi, rispetto a destinatari diversi, lo stesso tipo di bombardamento comunicativo può produrre o l’assuefazione o la rivolta. Il che non ci deve indurre ad abbandonarci al libero mercato della comunicazione e alla sua liberale saggezza, ma ad approfondire i meccanismi per farne poi esplodere le contraddizioni attraverso pratiche alternative, sia dal di dentro che dal di fuori.”
“Poiché sono arrivato oggi a queste conclusioni solo dopo aver scritto ieri questo libro, si può dunque pensare che la lettura di queste pagine possa offrire al nuovo lettore, anche là dove esse andrebbero integrate, riscritte o rifiutate, gli strumenti concettuali e il materiale esemplificativo per un suo iter personale.” (p.XIV)

Dall’introduzione del 2013 a Apocalittici e Integrati (1964)

“Selon une détermination plus large, toute analyse obéit aux codes de perception et d’«expectation» (Umberto Eco) propres à un temps et à un milieu. On sait que Christophe Colomb percevait le Nouveau Monde à la manière don’t les romans de chevalerie décrivaient les îles Fortunées”.

Michel de Certeau, La culture au pluriel (1972)

“… I «documenti» storici possono essere assimilati ai «segni iconici» di cui Umberto Eco analizza l’organizzazione: «riproducono», dice Eco, «alcune condizioni della percezione comune sulla base dei codici percettivi normali» («Sémiologie des messages visuels», in Communications, 1970, n.15, pp.11-51). In questa prospettiva, possiamo dire che esiste lavoro scientifico laddove esiste un cambiamento nei «codici di riconoscimento» e nei «sistemi di attesa».”

Michel de Certeau, La scrittura della storia (1975)

(Paola Di Cori)

8 gennaio 2016 – 30 anni dalla morte di Certeau

Michel de Certeau è scomparso il 9 gennaio 1986. Lo ricordiamo con alcune citazioni dai suoi scritti:

“Accettare la presenza reale dell’immigrato significa, in realtà, aprirgli un libero spazio di parola e di manifestazione in cui la sua cultura si offra alla conoscenza; vuol dire smettere di prendere in giro o disprezzare i segni della sua differenza, ma cercare di ritrovarvi una base di umanità, una creazione specifica. […]

“Non dobbiamo decidere al posto loro. Non dobbiamo spingerci fino a imporre loro di conservare una volta per tutte, nei nostri confronti, il grado massimo di differenza: si tratterebbe di una forma appena mascherata di rifiuto della loro presenza e della loro libertà, un modo fittizio di rispettarli chiudendoli nell’immobilità di un ghetto culturale e sociale. Non dobbiamo nemmeno obbligarli a entrare nello stampo dei nostri conformismi, imporre loro di imitarci in tutto: sarebbe negare il valore della loro eredità e della loro alterità. Dobbiamo soltanto inventare assieme a loro una “cultura al plurale”, offrire loro una pluralità di percorsi misti, diversi, mutevoli, costantemente riadattati. La varietà di questi percorsi, la diversità dei prestiti e dei collage suscitati da tale pluralità, i meticciati culturali che metterà in atto, avranno effetti benefici. Arricchiranno la nostra cultura: un paese con una popolazione sempre più vecchia è tentato dal ripiegarsi, come intirizzito, su se stesso e sulle proprie certezze.”

“I “valori” svuotati, ai quali non si crede più, diventeranno una retorica, divisa di apparato per una solidarietà (o una complicità?) tra interessi particolari. Le grandi parole come “libertà”, “nazione” o “democrazia” finiranno per nascondere unicamente il cadavere di ciò che designavano. O, meglio, finiranno per funzionare come un linguaggio figuratoper un’altra cosa, che ognuno comprenderà assai bene e sulla quale ci si intenderà da lì in poi: “Arricchiamoci”. Questo nuovo accordo avrà come vocabolario l’automobile, il frigorifero, la televisione, cioè tutti i “segni” dell’arricchimento privato.”

[Da “Proposte”, in : “La presa della parola e altri scritti politici”, (1983) , pp.184 e 185 e “Autorità cristiane e strutture sociali” in : “Debolezza del credere” (1987), p. 73]

(Paola Di Cori)

29 maggio 2015 – Il Convegno del 18 maggio 2015, Michel de Certeau. Praticare la pluralità, organizzato da Prendere la Parola

Il nostro incontro del 18 maggio presso il Centro San Luigi a Roma intitolato Michel de Certeau: praticare la pluralità ha avuto più di una soddisfazione. Il contatto con studiosi e appassionato di Certeau provenienti da più parti d’Italia, la partecipazione di ospiti quali Luce Giard, Olivier Mongin, François Dosse, e alla tavola rotonda di Jacques Fillion (Sherbrooke) e di Juan Diego Gonzalez Sanz (Huelva) hanno dato alla giornata un respiro plurale e internazionale. Nonostante il clima afoso la sala è sempre stata piena con ospiti venuti anche da fuori Roma e un’atmosfera di raccoglimento e attenzione che ha accompagnato tutto il tempo del convegno. Un tempo di ascolto ma anche un tempo di nuovi incontri e conoscenze.

Un grazie speciale a tutti coloro che hanno contribuito a rendere la giornata del 18 maggio un’esperienza indimenticabile e un’occasione preziosa per la promozione e la diffusione del pensiero di Michel de Certeau.

(Edoardo C. Prandi)

Questo è stato il terzo incontro su Certeau che ho contribuito a organizzare. I primi due a Urbino (nel 2003 e nel 2006). A distanza di tanti anni da quegli altri, ho potuto misurare quanto lavoro è stato fatto per tradurre e far conoscere l’opera certiana in Italia. Lunedì 18 maggio, nella sede del Centre St.Louis, ho avuto la sensazione di veder finalmente coronato un grande desiderio. Con il vantaggio che questa volta facevo parte di un gruppo, assieme al quale avevamo anche costruito una pagina web assai attiva. Cosa mi è piaciuto di più della giornata al Centre St.Louis? Il clima diffuso di grande concentrazione in mezzo alla strada.

Era come stare in vetrina su un angolo del vecchio centro di Roma: piccoli cortei di turisti che passavano accanto, qualcuno sfrecciava in bicicletta, gente che là fuori parlava in molte lingue diverse di cui giungevano ogni tanto parole sparse, il caldo eccessivo prematuro per la stagione, qualcuno si avvicinava per guardare incuriosito cosa succedeva dietro il vetro e si schermava gli occhi con la mano. E noi lì dentro che volevamo aprirci anche alla strada e a quelli di fuori. Penso che ci siamo proprio riusciti.
Grazie a tutti

(Paola Di Cori)

Devo riconoscere che l’atmosfera che si respirava nella sala del Centro San Luigi quel lunedì, nonostante il caldo che cresceva di ora in ora, era contraddistinta dall’attenzione e dalla serietà che ogni partecipante ha manifestato nel seguire i diversi interventi proposti. Abbiamo avuto la gioia di poter ospitare tutti i convenuti al convegno per il buffet del pranzo, cosa che ha permesso lo scambio informale, le nuove conoscenze e l’intreccio di nuovi contatti. Anche il rivedere volti conosciuti con cui si è condiviso tratti di percorsi passati è stato piacevole e ha dato occasione di rinnovare amicizia e collaborazione. Speriamo di vedere presto la raccolta degli Atti di questa giornata di studio e di relazione.

(Stefano Pepe)

29 marzo 2015 – La rivista Leussein ospita un approfondimento sul Mémorial di Pierre Favre a cura di Prendere la Parola

La rivista di studi umanistici Leussein strumento di divulgazione dell’Associazione Leusso ha accolto nel volume n. 3/2014 di prossima pubblicazione gli articoli del Dossier Favre, riproposti in una veste nuova. La raccolta avrà un nuovo titolo Il viaggio: la ricerca di sé e degli altri. Certeau legge Favre. La pubblicazione è il frutto della stretta collaborazione tra Paola Di Cori e Gianluca Sacco, membri rispettivamente del gruppo Prendere la Parola e dell’Ass. Leusso. In realtà sono ormai alcuni anni che la collaborazione tra il gruppo di studi certiani e l’associazione Leusso ha dato vita a diverse iniziative svoltesi tutte presso la sede dell’Associazione Leusso in viale Regina Margherita in Roma. Salutiamo con gioia l’approssimarsi di questo nuovo evento del numero dedicato a Certeau studioso di Favre come un’ulteriore conferma di un fecondo sodalizio.

(Edoardo C. Prandi)

29 marzo 2015 – Verso un nuovo convegno

In occasione del 90° della nascita di Michel de Certeau il gruppo Prendere la Parola ha organizzato grazie all’ospitalità con l’Institut Français Centre St. Louis de France e alla collaborazione con l’editore Artemide di Roma il Convegno Michel de Certeau: praticare la pluralità. Tale iniziativa ha il proposito di mostrare l’attualità della ricerca certiana anche a un pubblico di non addetti ai lavori al fine di mostrarne, nella sua complessità, la forza profetica e la lucidità d’analisi della società contemporanea. “La pluralità – al centro del suo percorso umano, spirituale e intellettuale – è certamente tra gli aspetti più indicati a stimolare l’interesse nei confronti di uno studioso affascinato dal turbinio creativo presente nelle culture e dai suoi effetti, disseminati ovunque nella vita quotidiana. Questa giornata di studi si propone di mostrare da un lato i tanti modi in cui Certeau ha esplorato e articolato la pluralità attraversando discipline diverse, dalla storiografia alla semiotica, dall’antropologia alla psicoanalisi e alla teologia; dall’altro di interrogarsi sulla maniera plurale in cui la sua opera si lascia attraversare, suscitando nuove direzioni di indagine e di ricerca, svelandosi come uno straordinario strumento euristico per problematizzare il presente.” (dall’introduzione al Programma). Il Convegno si svolgerà presso il Centro St. Louis il 18 maggio dalle ore 10 alle ore 19 (prevista pausa pranzo). Gli interventi dei relatori saranno in lingua italiana e francese senza traduzione.

(Edoardo C. Prandi)

14 gen 2015 – Presentazione del libro di Diana Napoli, Michel de Certeau. Lo storico “smarrito”

Siamo tutti invitati a partecipare alla presentazione del libro di Diana Napoli, Michel de Certeau. Lo storico “smarrito” presso la libreria Koob il 16 gennaio. A dialogare con l’autrice ci saranno Paola Di Cori e il filosofo Marcello Mustè.

(Edoardo C. Prandi)

21 ottobre 2014  – Nuovo libro Dossier Favre commento alla nuova edizione del libro della Jaca Book sul Favre di Certeau

Abbiamo cominciato con un libretto ciclostilato il lavoro che poi sarebbe apparso per la rivista «Leussein» con il titolo Il viaggio: la cura di sé e degli altri. Certeau legge Favre. Qui le prime righe del testo. 

“Chi legge e studia l’opera di Michel de Certeau ha salutato con entusiasmo la traduzione italiana del lungo saggio che egli pubblicò nel 1960 come parte introduttiva al Mémorial di Pierre Favre, al centro della sua tesi di dottorato. All’epoca ha 33 anni ed è già un intellettuale esperto, con alle spalle diverse ricerche sui primordi della Compagnia di Gesù e molte conoscenze accumulate nel campo della teologia e delle religioni comparate, della filosofia, letteratura, psicoanalisi, semiotica – tutti interessi che avrebbe mantenuto vivi anche nei decenni a seguire.

Insieme diario personale e memoria delle origini del più importante ordine religioso cattolico nato dopo la riforma luterana, tra i diversi motivi di interesse suscitati dal libro, si segnalano alcune circostanze per così dire ‘inaugurali’: è la prima pubblicazione importante di Certeau; ha come tema principale il percorso di colui che viene considerato l’iniziatore della pratica ignaziana degli Esercizi; trattasi di uno dei testi che rinnovano l’auto-riflessione intima e l’autobiografia spirituale nel secolo XVI°.
Queste ed altre le ragioni che ci hanno spinto a commentare il volume appena dato alle stampe da Jaca Book. Valutazioni critiche sull’edizione si alternano a contributi intorno a temi diversi affrontati da Certeau e da Favre, in un dialogo a tre e a cinque; e intanto ci ha accompagnato l’estate piovosa.”

(dalla Premessa) (Edoardo C. Prandi)

14 novembre 2013 – Una presentazione del numero di «Humanitas» Michel de Certeau. Il corpo della storia da parte di Rossana Lista (traduttrice de La possessione di Loudun)

In occasione dell’incontro tenutosi il 3 maggio 2013 presso l’Associazione Leusso, la Rossana Lista ha esposto una breve ma efficace analisi del numero della rivista Humanitas dedicato a Certeau. (Edoardo C. Prandi)

10 giugno 2013 – Lo studio della mistica in Michel de Certeau e in Simone Weil. Un breve confronto

Una domenica a Roma, presso la chiesa di San Lorenzo in Lucina, partecipai a un percorso di riflessione intitolato, Sradicamento e radicamento della società contemporanea nel pensiero di Simone Weil (1909-1943). Un’iniziativa è patrocinata dall’Associazione Amici della Familia Christi e diretta dal prof. Fausto Gianfreda che ricordiamo anche per un passato intervento a proposito de Lo straniero o l’unione nella differenza (vedi nel sito l’articolo Eventi precedenti l’anno 2013). Leggendo recentemente gli studi che il prof. Gianfreda ha dedicato a  Simone Weil – oltre ad alcuni articoli apparsi sulla rivista Studium, sono degni di menzione Logos alogos e Il graal di Simone Weil entrambi editi da Pazzini – a prima vista, sembra esserci molta distanza dal pensiero, o meglio, dal modo di procedere del pensiero dei due autori.

Alcune considerazioni di partenza: quando Weil muore, nel 1943, Certeau ha compiuto da alcuni mesi 18 anni; non è affatto improbabile che Certeau abbia conosciuto e letto le opere di Weil ma certo non ci sono tracce evidenti né citazioni esplicite nelle opere del nostro. Weil compie un percorso filosofico e teologico mentre Certeau, pur partendo da questo ambito, lo usa come matrice che viene indirizzata verso l’approccio alle scienze umane. Il percorso biografico di Weil è segnato da esperienze diverse che vanno dal suo impegno sindacale, al mestiere di insegnante nei licei fino all’impegno come volontaria in Spagna durante la guerra civile e alla lotta per i diritti umani; per quanto riguarda le sue attività Certeau conserva un percorso più omogeneo, a contatto, seppur in modo perlopiù marginale, con le istituzioni universitarie e i centri di studio. Eppure, in quel rapporto profondo, spirituale e biografico che intraprendono con la mistica, per Weil a partire dal suo incontro con il cristianesimo e il suo singolare itinerario di conversione, per Certeau a partire dai suoi primi studi accademici – ricordando le sue ricerche sui primi gesuiti, il Favre e soprattutto il Surin – si possono scorgere connessioni feconde e che meriterebbero un loro proprio approfondimento. Per entrambi infatti la mistica non è solamente il canale di un’autentica e plausibile esperienza di Dio, ma è anche il modus legendi essenziale per comprendere il mondo, nei suoi aspetti etico-metafisici per Weil – per lei la mistica è “la regina delle conoscenze” – e in quelli socio-antropologici per Certeau.  Entrambi vivono, per decisione propria, un rapporto di marginalità con la Chiesa, l’istituzione religiosa che raccoglie l’esperienza della mistica e a cui fanno principalmente riferimento (è vero che per Weil è visibile un approccio più ampio anche alle tradizioni orientali). Certeau vi rimane dentro come gesuita e sacerdote tuttavia staccandosi fisicamente dalla comunità di appartenenza, Weil stando tutta la vita “sulla soglia” dell’ingresso rappresentato dal battesimo, in una travagliata ricerca della verità. Tuttavia, sarebbe certamente da confrontare questo indugiare “sulla soglia” con quello descritto da Certeau nelle prime pagine di Fabula mistica, sempre a proposito del suo rapporto con le pagine dei mistici. Infine, non da ultimo, è la loro attenzione, formulata in modi diversi, per il mondo degli oppressi e dei sofferenti. Dalla matta del monastero di Fabula mistica all’uomo comune de L’invenzione del quotidiano per Certeau – tanti per citare i più famosi tra gli innumerevoli esempi – fino alla magistrale meditazione weiliana sulla forza – ben descritta nelle pagine di Gianfreda in Logos alogos – e agli impegni esistenziali assunti da Weil si mostra come il contagioso desiderio dei mistici abbia reso prossimi tra loro i profili di questi due autori.

“Come la sfinge di un tempo, la mistica resta il crocevia di un enigma: lo situa senza classificarlo. Nonostante le differenze tra civilizzazioni, si operano incroci che, in Occidente, accordano alle tradizioni induiste o buddhiste un prestigio spirituale ed in Oriente, estendono seduzioni ebraiche e cristiane mediante le loro metamorfosi marxiste. Resta, tuttavia, qualcosa di irriducibile su cui la ragione stessa prende appoggio, di cui essa demistifica i fenomeni spostando altrove i miti, ma di cui essa non libera una società. Forse, tra l’esotismo e l’«essenziale», i rapporti non saranno mai socialmente chiarificati. Ed è la sfida o il rischio del mistico quello di condurli a quella «nettezza» che Caterina da Siena riteneva segno ultimo dello spirito.”

“Nei miei ragionamenti sull’insolubilità del problema di Dio non avevo previsto la possibilità di questo: un contatto reale, da persona a persona, quaggiù, fra un essere umano e Dio. Avevo vagamente sentito parlare di cose simili ma non vi avevo mai creduto. […] Non avevo mai letto i mistici, perché mai avevo avvertito qualcosa che mi ordinasse di leggerli. […] Dio mi aveva misericordiosamente impedito di leggere i mistici, affinché mi risultasse evidente che quel contatto assolutamente inatteso non era opera mia. Nondimeno ho ancora rifiutato a metà, non il mio amore, bensì la mia intelligenza. Perché mi appariva certo, e lo credo tuttora, che è lecito resistere a Dio se lo si fa per puro amore della verità, perché prima di essere il Cristo è la verità. Se ci si distoglie da lui per volgersi alla verità, non si percorrerà molta strada senza cadere tra le sue braccia.”

(Edoardo C. Prandi)