L’esperienza mistica ha spesso una identica forma, benché, di solito, instauri un altro rapporto con ciò che le si impone. Ciò che piuttosto, infatti, la definisce in Occidente, è la scoperta di un Altro, come inevitabile o essenziale. In maggior misura, in Oriente, sarà la lacerazione dell’esile pellicola di una coscienza in-fondata sotto la pressione di una realtà che la ingloba. Indubbiamente, è impossibile nominare quel che sopraggiunge e sembra, tuttavia, risalire a un che di insondabile dell’esistenza, come da un mare cominciato prima dell’uomo. (Certeau, Sulla mistica, 58)
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